lunedì 22 ottobre 2007

Dentro e fuori


"Niente è fuori, niente è dentro, perchè quel che è fuori è dentro".
H. Hesse
Il racconto narra la storia di due amici: Friedrich, un tipo intellettuale che crede fermamente nella scienza ed Erwin, un personaggio semplice che crede nella magia, nella purezza dei rapporti.
" Un giorno Friedrich giunse in casa di un amico, insieme al quale in passato aveva condotto alcuni studi. Poi si erano allontanati, senza litigare, in preda ad un intimo dissidio e adesso dopo molto tempo si trovavano l'uno di fronte all'altro, e Friedrich aveva l'impressione che nel frattempo la piccola frattura di allora, si fosse enormemente allargata. Tra lui e Erwin mancava una cosa che c'era sempre stata, una corrente di comunione, di comprensione immedita, addirittura di simpatia. C'era invece il vuoto, il baratro, l'ignoto."
Friedrich d'improvviso scorse nello studio un foglio di carta e ricordò con commozione che l'amico spesso soleva scrivere versi di poesie, pensieri filosofici su pezzi di carta e li appendeva alle pareti con un ago per averli costantemente sotto gli occhi. Su quel foglio appeso vi era scritto"Niente è fuori, niente è dentro, perchè quel che è fuori è dentro".
Erwin spiegò a Friedrich che quella massima costituiva l'introduzione alla teoria della conoscenza chiamata magia; questi aggrottando la fronte rimase indignato.
Erwin allora gli disse "lascia che ti faccia un esempio!Portati via qualcosa di mio, un oggetto qualunque, e ogni tanto osservalo un po': la massima di dentro e di fuori ti mostrerà presto uno dei suoi tanti significati". Afferrò una statuetta d'argilla smaltata e la consegno all'amico, dicendogli addio:" Prendila: è il mio dono d'addio. Se l'oggetto che ti metto in mano smetterà di essere fuori di te per essere dentro di te, allora torna da me. Ma se rimarrà sempre fuori di te, com'è adesso, allora anche l'addio che ci diciamo adesso sia definitivo". Erwin pronunciò la parola addio in modo da non lasciare spazio ad altre parole. Nel frattempo Friedrich tornò a casa e posizionò l'oggetto su uno scaffale, esso lo disturbava terribilmente. Poi andò in viaggio e al suo ritorno, qualche mese dopo, non trovò più l'oggetto tanto odiato..."proprio adesso la sua mancanza cominciava a tormentarlo!Sì, gli mancava:ogni qualvolta attraversava quella stanza, non vedeva in quel punto nient'altro che un vuoto, e quel vuoto si propagava a tutta la stanza.".
Per Frederich iniziarono giorni e notti di tormento, quell'idolo non gli dava tregua..."quello che è fuori è dentro", ricordò la frase e sentendosi attraversato da una corrente di ghiaccio e fuoco, corse a casa di Erwin. Egli lo stava aspettando...e con parole fraterne rassicurò l'amico:"...hai sperimentato che il fuori può diventare dentro[...] Vedi questa è magia: scambiare dentro e fuori, non perchè costretti come hai fatto tu, ma liberamente e volontariamente. Evoca il passato, evoca il futuro: sono entrambi in te! Sei stato fino ad oggi schiavo di quanto è dentro di te. Impara ada esserne padrone: questa è la magia".

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bella la lettura dell'opera.
Non sono d'accordo con la frase di Hesse, ma questa è un'altra storia....
Flo